Architettura Bajoriana


IL VILLAGGIO DEL SIRAH

di Brah Mahntay



A small bajoran village...

Anno 2369, tra le montagne della provincia rurale di Ilvian su Bajor, in una delle sue zone più selvagge, è situato un piccolo villaggio simile ai tanti piccoli insediamenti preferiti dai bajoriani che, come noto, mal sopportano le grandi metropoli. Immerso nel lussureggiare della vegetazione, è circondato da una cinta muraria che difende gli abitanti ormai solo dai pericoli naturali; in effetti si può considerare un' antica vestigia di un passato lontano nel quale erano frequenti dissidi, dispute e guerre regionali di cui rimangono tracce, ad esempio, nella contrapposizione attuale fra Paqu e Navot.

La cinta muraria

Situato ai piedi di una irta catena montuosa, su un terreno accidentato, completamente immerso nel verde selvaggio e splendido della foresta bajoriana, il piccolo villaggio del Sirah si presenta munito di una semplice cinta difensiva dal disegno planimetrico abbastanza regolare e preciso nella realizzazione, ispirato dalla volontà di adattamento alle asperità di un sito che non permette la disposizione geometricamente regolare di un impianto murario difensivo come potrebbe essere, viceversa, in un sito di pianura.


Figura 2 - ricostruzione in pianta della cinta muraria difensiva

La cinta è caratterizzata da una partizione, più o meno regolare, data da elementi-paraste che la dividono in specchi di muro di uguale lunghezza ed è dominata dalla presenza della porta cittadina d'ingresso, formata da una massiccia e poco slanciata torre di pianta esagonale, coperta con tetto a falde e sovrastante torrino-vedetta.


Figura 3 - prospetto della cinta muraria difensiva del villaggio

Sui lati della torre che fiancheggiano quello del portale, si aprono due alte finestre così disposte per fornire una possibilità di controllo sull'esterno del muro e la conseguente possibilità di operare una difesa attiva dello stesso in caso di attacco nemico.
La costruzione della cinta cittadina, che è un importantissimo elemento del disegno urbanistico di un borgo, è da attribuire sicuramente ad uno degli antichi magistrati (forse avo dell'attuale Faren Kag), che in virtù del loro potere decisionale sulle cose comuni del villaggio, hanno loro, e solo loro, la capacità legislativa che gli permette di condurre una tale importante operazione.

Con l'edificazione di una cinta difensiva si definisce la fisionomia di una città o di un piccolo borgo, come quello del Sirah, in maniera determinante e vincolante: con essa, infatti, si può "estendere l'area cittadina" e "unificare differenti nuclei urbani e sociali" (E. Guidoni, "Storia dell'urbanistica: il duecento", Laterza, 1989), un pò come, in maniera "terroristica", fa il Sirah con i suoi compaesani.
Continuando nel nostro "escursus gnoseologico" sulle mura del villaggio, è da notare la presenza di un'altra torre nell'angolo che dà a valle (a destra guardando la porta cittadina), anch'essa con sovrastante torrino-vedetta: la sua forma a tronco di cono oltre che essere particolarmente adatta a respingere gli attacchi di artiglieria e genieri, si presta ad essere costruita su terreno in pendio (la forma richiama infatti quella dei contrafforti); la sua superficie esterna è movimentata da un trattamento superficiale a scanalature in altezza, interrotte dalla presenza di una apertura e da quello che sembra un terrazzino contraffortato, o una posterula con profferlo posti a mezza altezza, probabile aggiunta di epoca successiva a quella di prima costruzione. Nella vista d'insieme (che è riportata dalle immagini del telefilm - n.d.A. - v. fig.3), si notano dietro il muro diverse coperture e tetti di costruzioni, tra cui un ampio e alto edificio posto proprio dietro la porta cittadina, la cui importanza visiva potrebbe indicare che si tratti del palazzo del Magistrato.

Nel villaggio...



Figura 4 - ricostruzione dell'area circostante la piazza

L'interno del villaggio ha un aspetto "povero" e rurale, nonostante la presenza di opere architettoniche di indubbio valore, come i già citati cinta e palazzo, a cui si somma la piazza circolare. Per il resto si nota una cura estrema per dei particolari architettonici, come ad esempio le finestre, di fattura finissima e spessore artistico, che arricchiscono il pur semplice e sobrio (se non povero) aspetto delle case del villaggio.

La piazza



Figura 8 - pianta e prospetto della piazza


Come si nota dai disegni (e dalle immagini del telefilm), sulla piazza circolare insistono diverse costruzioni tra cui la casa del Sirah ed una passerella in parte sospesa che serve altre abitazioni e un altro settore (nascosto) del villaggio. Dalla parte della roccia del Sirah si apre un burrone, verde di vegetazione, che affaccia verso le alte montagne dal cui cielo compare il Dal'Rok per cinque giorni ogni anno.
La piazza è composta da un lastricato di pietra in conci grandi di colore grigio travertino, ben tagliate a formare un disegno come di un fiore aperto: in particolare le lastre di pietra formano quindici spicchi (di cui 7 piccoli e 8 grandi), tutti convergenti radiocentricamente verso un concio tondo centrale. Questi "spicchi" sono alternati (uno piccolo, uno grande,...) a formare un ritmo speculare A-B-A-B-A-B-A-B / B-A-B-A-B-A-B-A comandato da una semplice simmetria bilaterale; sono poi tagliati a metà in due conci da una linea inscrivibile in un cerchio che, nei conci grandi, prende forma di cuspide convergente al centro. La geometria della piazza così formata è composta, come si evince dalla figura 7, su quella di un cerchio nel quale è inscritto un pentagono che posiziona gli elementi accessori (pilastri binati e asse panchine).
Due panchine con schienale, aderenti al perimetro circolare della piazza, la delimitano dal lato opposto alla roccia del Sirah, mentre quattro coppie di pilastri binati di sezione quadrata sono disposti simmetricamente rispetto l'asse di simmetria bilaterale, e spiccano per una altezza di circa tre metri dal piano piazza, conferendo un aspetto mistico all'insieme. La piazza si presenta quindi di gradevole fattura e le studiate proporzioni la rendono una pregiata opera architettonica; tutto intorno ad essa sono inoltre disposti degli oggetti cilindrici in funzione di arredo urbano alternati a piante ornamentali. La scena urbana della piazza è infine chiusa da una alta parete rocciosa che esclude la vista di altri settori del villaggio.

La casa del Sirah


Figura 9 - particolare della porta e della finestra della casa del Sirah


Dalla piazza parte, con andamento curvilineo, una piccola scalinata che conduce alla casa del Sirah, posta rispetto il piano piazza ad un'altezza pari quasi a quella dei pilastri binati.

La casa del Sirah è di dimensioni ridotte, si sviluppa su di un unico piano ed è composta, apparentemente, di un solo grande ambiente, parzialmente ricavato nella roccia scavata come del resto la maggioranza delle abitazioni che affacciano sulla piazza. Questa particolarità delle abitazioni del villaggio, ci rende edotti della storia rurale del posto e di un ricercato adattamento alla morfologia del luogo indotto da motivi di limitate disponibilità economiche degli abitanti. Occorre però puntualizzare che, pur nella semplicità estetica di tipo funzionalistico delle case, si notano in esse soluzioni architettoniche (come detto) di pregio notevole: infatti già nella casa del Sirah, quello che sembra un misero prospetto rivela invece un disegno fino e classico che si può attribuire solo all'abile mano di uno dei famosi architetti del pianeta.


Figura 10 - prospetto della casa del Sirah


Come si vede, l'insieme formato da finestra/porta d'ingresso, disegna con le sue linee elaborate una stilizzazione di ordine architettonico composto da colonna, capitello, pulvino e trabeazione, che nulla hanno da invidiare ad abitazioni più ricche; inoltre la finezza del disegno delle ampie finestre a "bifora" arricchisce di stile il valore architettonico della facciata. Da notare sulle finestre le finiture degli infissi con le scritte ed il simbolo sacro di Bajor riprodotto, poi, anche sulla porta in legno con funzione di spioncino.
L'interno della casa è arredato con mobili tipo rattan e vimini, oltre a poche cose in legno, in uno stile più che povero, ecologicamente orientato. Vediamo così accanto alla porta, sotto la finestra, un bel salotto di rattan e, davanti un basso tavolino di legno, mentre di seguito addossati al muro un mobiletto ed un'angoliera sempre di rattan e vimini intrecciati; sul lato che guarda alla passerella invece, proprio sotto la finestra c'è una bassa libreria ed un altro mobile a ripiani coordinati agli altri. Al centro della stanza è posizionato il letto ove spira il vecchio Sirah, mentre sulle pareti ricavate dalla roccia fanno bella mostra vari utensili, anche di uso quotidiano, alternati ad altri mobiletti poveri e ad uno specchio collocato là dove sembra aprirsi il varco nella roccia per un altro ambiente.


Figura 11 - pianta della casa del Sirah


Tutti gli abitanti del villaggio tengono in gran conto la figura del Sirah, indipendentemente dalla persona che ricopre la carica e, a dimostrazione di ciò, basti pensare che sono i suoi concittadini che pensano al suo sostentamento attraverso doni di cibo, bevande e quant'altro possa occorrergli (indimenticabile „l'optionals“ delle tre belle ragazze che si „offrono di assistere“ il novello Sirah O'Brien). Questa considerazione di cui gode la figura del Sirah (carica istituzionale molto sentita e agognata al punto da spingere l'apprendista Sirah Hovat di pensare di uccidere il suo rivale), sconfina nella riduzione dello stesso ad icona sociale: egli è il simbolo della sicurezza e dell'unità degli abitanti del villaggio, che, in causa di ciò pretendono di poter usufruire di un contatto sì fisico, ma anche soltanto visivo con questa icona vivente.


Figura 12 - raffronto casa Sirah / ordine architettonico


Ecco perchè la sua casa è localizzata in prossimità della piazza, in posizione elevata tale da dominarla e da permetterne la vista senza ostacoli da ogni punto circostante: visibilità estremizzata nella grande dimensione delle finestre a bifora, che quasi permettono di "entrare" nella casa e nella vita del Sirah. In fondo si può pensare al Sirah come alla personificazione stessa del villaggio, di cui come detto assume l'identità di simbolo, proprio come per una città succede di immedesimarsi in un suo elemento fisico del costruito o naturale o nella figura del santo patrono.

La passerella sospesa



Figura 14 - prospetto casa Sirah con la passerella / ballatoio


Sul lato della casa del Sirah, servita da una scaletta, è situata la passerella che domina la scena della piazza.
Si tratta di una sorta di ballatoio, che oltre a far da ponte verso un altro settore del villaggio, distribuisce le abitazioni al piano superiore di quello che si può considerare un "complesso residenziale" ricavato soprattutto nella roccia, del tutto simile ai famosi Sassi della città di Matera situata nella penisola italiana sulla Terra.
La ricercatezza ingegneristica della passerella ballatoio, realizzata con materiali poveri, si evidenzia nella disposizione dei cavi a cui è appesa come un ponte sospeso. Tre cavi si staccano dalla roccia in alto per dividersi in due direzioni che vanno ad ancorarsi, incrociandosi, in sei punti della struttura lignea.
Da questo "ponticello" si gode una bella veduta della piazza dall'alto, mentre dietro e al di sotto di essa si notano le finestre romboidali dal bello e ricercato motivo geometrico e le porte di legno simili a quella della casa del Sirah.


Figura 13 - prospetto tipo di finestra romboidale


Conclusioni

Al termine della nostra "visita" possiamo trarre qualche considerazione riguardante il villaggio: un piccolo agglomerato di case, per lo più povere, di carattere rurale.
L'aspetto dei luoghi ove è situato ci suggerisce come il villaggio viva nel quasi totale isolamento, favorito dai luoghi selvaggi circostanti; inoltre non ha industrie e l'artigianato è limitato al mercato interno, considerata l'esiguità dei contatti esterni.


Figura 15 - prospetto tipo di finestra romboidale


La maggior fonte di sostentamento quindi deriva dalle attività agricole e di raccolta, che pur sempre si limitano al soddisfacimento dei bisogni interni.
Tutti questi aspetti forniscono l'idea di una popolazione con mezzi limitati, che si è adattata ai luoghi, adattandoli in maniera quasi impercettibile ed ecologicamente corretta .
In questo q

uadro non mancano però buone espressioni dell'arte letteraria (l'epico racconto del Sirah - v. Bajoran Encyclopaedia), artigianale e, soprattutto, architettonica, che si esprime a discreti livelli in alcuni casi e, come visto, nell'arricchire di stile alcuni dettagli delle abitazioni, che contribuiscono positivamente alla misura della pulcritudo dell'intero villaggio.

Note bibliografiche

- Telefilm Deep Space Nine: The Storyteller.
- Bajoran Guide v.4.0
- Bajoran Encyclopedia

Note Bibliografiche per i termini architettonici

- H. Pothorn, "Guida agli stili architettonici", collana Oscar Mondadori, 1989
- W. Koch, "Dizionario degli stili architettonici", collana Tasco Sugarco, 1991
- qualsiasi dizionario della lingua italiana

Avvertenze

-I disegni a corredo del presente studio sono stati realizzati interamente dall'autore dello stesso, senza poter disporre di altro ausilio grafico se non quello del telefilm (v. note bibliografiche), in quanto è inesistente qualsiasi altra documentazione a riguardo.
-I disegni sono da intendersi quali ricostruzioni grafiche ottenute in parte dalla restituzione prospettica delle immagini del telefilm. Essi costituiscono così, al momento della loro divulgazione, una novità assoluta ed inedita.
-L'eventuale mancanza di particolari ornamentali è dovuta alla loro non interpretabilità e alla necessità di mantenere il lavoro ad un livello di accettabilità delle informazioni canoniche.



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- Brah Mahntay, Italy, 1997 -

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