Architettura Bajoriana


IL TEMPIO DEI PROFETI
NELLA CAPITALE DI BAJOR

di Brah Mahntay




Fig.01 - prospetto renderizzato del Tempio dei Profeti


Relazioni tra l'architettura Aulica bajoriana e quella Classica terrestre

Nell'introdurre questo nuovo lavoro del nostro dipartimento, dedicato all'architettura del Tempio dei Profeti di Bajor, cercheremo di chiarire, in alcuni punti, quali siano le basi da cui parte tutta la teoria architettonica bajoriana almeno nelle sue intenzioni estetiche, e come essa abbia in comune con quella terrestre (e non solo) diversi aspetti riconducibili alla teoria delle proporzioni geometriche tra i singoli elementi architettonici.

"L'architettura è un sapiente gioco di volumi sotto la luce del sole"
Le Corbusier

Apriamo una piccola considerazione di ordine generale sulle "architetture Trek", affermando che in tutte le culture architettoniche (o la maggior parte di esse) dell'universo di Star Trek, è presente una caratteristica strutturale costruttiva comune: l'elemento trilitico inteso come base strutturale, stilistica e dialettica.
Come sia possibile che culture lontane anni luce abbiano in comune una matrice strutturale costruttiva è facile dimostrarlo: il sistema trilitico è una di quelle intuizioni comuni (a cui possono arrivare) a tutti gli esseri senzienti come,ad esempio, il linguaggio, la leva, l'elettricità, la velocità di curvatura, etc.; inoltre, a dimostrazione di ciò, se facciamo riferimento a quanto è successo nella Storia dell'umanità, vediamo che si riscontra nelle varie culture terrestri, magari tra loro diversissime e lontanissime, ovvero mai entrate in contatto, uno sviluppo del linguaggio architettonico basato sulla disposizione bi-tridimensionale di tre elementi strutturali, dei quali due verticali (detti pali, colonne, pilastri e, per transfert, anche muri portanti) posti a sorreggere un terzo orizzontale (architrave, trave): il sistema trilitico appunto.


Fig. 02 : a) Trilite; b) Trilite modificato con piattabanda o arco
c) Funzionamento statico del Trilite;
d) Il Trilite come forma primitiva di edificio (capanna, tempio...)


Quindi, potendo affermare che quanto è successo per le culture terrestri sia stato possibile anche per le culture di altri pianeti (nel caso di Star Trek basti per ciò osservare le scenografie dei telefilm e le immagini delle varie capitali quali Ferenginar, Romulus, Qo' noS, Betazed, Cardassia, etc. N.d.A.), ipotizzando uno sviluppo delle loro architetture basato sul trilite, è quindi possibile leggere con lo stesso metodo tutte quelle caratteristiche e quelle peculiarità stilistiche differenti presenti nelle varie culture architettoniche Trek, ma riconducibili come visto, all'interno di un unico discorso strutturale-estetico, la cui radice non è indotta da una cultura dominante, ma dalla necessità primordiale comune a tutte le specie animali di costruire un riparo: la "capanna primitiva" mutuata dalla grotta-rifugio. Questo "fattor comune" si teorizza proprio nell'elemento trilitico, che nella evoluzione culturale dei popoli si nobilita nell'ordine architettonico, ovvero nell'architettura formalmente regolata, modellata sul gusto e le esigenze degli architetti e dei committenti nelle varie epoche e luoghi.


Fig.03 - sezione e prospetto dell'ordine architettonico del Tempio dei Profeti


L'ordine architettonico in pratica si può leggere come un insieme di sottoparti che unite insieme secondo precise regole di sovrapposizione, geometricamente controllate, vanno a costruire le singole parti del sistema trilitico.

Da quanto detto, risulta chiaro che è molto facile leggere una architettura "aliena" come quella bajoriana, così come si può leggere una terrestre, in quanto simili e coincidenti sono molte delle intuizioni stilistiche, strutturali e tipologiche, e per dimostrarlo ulteriormente vediamo alcuni esempi sul parallelismo tra l'architettura Aulica bajoriana e quella Classica terrestre.
Nell'ambito delle architetture sacre notiamo una forte coincidenza nelle forme planimetriche degli edifici templari che in ambedue le culture possono essere circolari (tholos), rettangolari e ancora peripteri (circondati da colonnato) e basati tutti sulla forma di sacrario più semplice e privo di colonnato (la Cella); inoltre tutti gli edifici presentano una copertura, sia essa tetto, cupola o volta, a protezione delle strutture: nel tipo di tetto a capanna è introdotto poi l'elemento del timpano quale raccordo-chiusura tra parete e tetto. Le colonne sono l'elemento principale e pregnante di entrambe le architetture, esse oltre che assolvere alla funzione statica, contribuiscono alla "pulcritudo" (bellezza) dell'edificio in maniera determinante, costituendo con il colonnato degli edifici peripteri un ambulacro ombroso che dona all'insieme un rilievo plastico e mistico. Le colonne poi si accompagnano ad altri elementi a formare l'ordine architettonico: i capitelli, le basi, la trabeazione composta di architrave, fregio e cornice, dalla quale si stacca il timpano (nelle coperture a capanna). L'edificio può poggiare su uno stilobate o su un podio più o meno rilevato e munito di scalinata, e presenta, come sacrario, una unica camera ampia (come visto, sviluppo della più antica Cella) all'interno del colonnato.

Oltre alle caratteristiche appena accennate, di importanza rilevante è l'idea di modulo. Il modulo base è in genere rappresentato dal diametro della colonna e la legge che regola il disegno della costruzione in rispetto di questa unità di misura, ha valore assoluto nelle architetture terrestri e, come si evincerà nella trattazione riguardante il Tempio dei Profeti, anche per quella bajoriana. Il concepimento del modulo in architettura è la conquista più importante della concezione estetica che è giunta sino a noi, sopravvivendo alla Storia, agli stili, e alla rivoluzione del Moderno del XX secolo. Con esso "si crea un rapporto comparativo tra l'unità ed il suo multiplo volumetrico" (R. Fabbrichesi, Composizione architettonica; Padova, 1947). In pratica si crea un "saggio equilibrio" che racchiude nella sua maglia numerica e geometrica il senso stesso del bello, ovvero come l'uno costituisce il tutto, così il tutto si rapporta ad ogni sua parte: la proporzione. L'idea del modulo rappresenta racchiuse in sé tutte le qualità di una buona costruzione, quelle qualità che Vitruvio indicò nella regola della triade che da lui prende il nome: Firmitas, Venustas, Utilitas (resistenza, bellezza, funzionalità).

Il Tempio dei Profeti

Dopo aver inquadrato un pò in generale gli aspetti teorici e formali dell'architettura Aulica bajoriana, rapportati a quella Classica terrestre, cerchiamo ora di illustrare quello che in altra occasione abbiamo definito l'edificio simbolo dell'architettura sacra di Bajor.


Fig.04 - prospetto con la scalinata a gradoni del Tempio dei Profeti (al tratto)


Il Tempio dei Profeti sorge, come descritto già nella prima dispensa del nostro dipartimento, su un colle della Capitale bajoriana, nel bel mezzo di una sorta di "acropoli" (il recinto sacro), e di esso si nota subito che è a pianta circolare e periptero (Tholos nell'antica Grecia), nonché coperto a cupola.


Fig.05 - pianta della copertura del Tempio dei Profeti (al tratto)


Scendendo nel dettaglio osserviamo che lo stilobate è posto su di un podio rialzato, anch'esso circolare, superabile con una scalinata posizionata in corrispondenza dell'unico accesso alla Cella.


Fig.06 - particolare del Tempio dei Profeti: sezione parziale sul colonnato


Dallo stilobate si innalzano le colonne di sezione circolare (vedi Fig.03), munite di una base semplice toreggiante che poggia sul detto stilobate con un plinto, mentre alla testa della colonna è posto un capitello dadiforme in funzione di diffusore del carico come anche la base. Il "trilite" è completato dalla trabeazione composta da un architrave a due fasce, dal fregio e dalla cornice aggettante e modanata. L'ordine architettonico appena descritto è proporzionato sul modulo del diametro della colonna per cui risulta (vedi Fig.15):
- base = 0.5 moduli
- colonna = 6 moduli
- capitello = 1 modulo
- trabeazione = 2.5 moduli
per un totale di 10 moduli, mentre l'intercolumnio (distanza aperta tra 2 colonne contigue) è di 3 moduli.


Fig.07 - planimetria del Tempio dei Profeti (al tratto)


Prendendo in esame la pianta del tempio, notiamo subito gli spessi muri (2 moduli) atti a contenere la spinta della cupola; la Cella (f = 18 moduli) è al centro del colonnato composto di 24 colonne disposte all'interno di un perimetro del diametro di 30 moduli. Il numero delle colonne è probabilmente rapportabile alla formula classica della preghiera composta di otto parole: Jia kasha tren tolaren lagur ila nekos ina; così ad ogni colonna corrisponderebbe una parola, di modo che passeggiando per il colonnato si reciti la preghiera (8 parole x 3 volte = 24 colonne) per tre volte (3 numero universalmente perfetto), ne più ne meno come se si trattasse di un cattolicissimo rosario o di un cilindro orientale.


Fig.08 - sezione renderizzata del Tempio dei Profeti


L'interno è scandito in senso orizzontale, dall'alto, dalla cupola, dall'attico e dal tamburo di base; inoltre all'interno sono disposte placche più o meno grandi verso le quali ci si rivolge in meditazione e tutt'intorno sono accese centinaia di candele.

In prospetto, l'ordine architettonico del colonnato è coronato da sculture poste in corrispondenza delle colonne (quindi in tutto 24 sculture, vedi Fig.06), quale ricco ornamento a preludio della cupola di sezione policentrica, ovvero leggermente schiacciata alla sommità, che presenta l'imposta decentrata rispetto alla muratura della Cella: questo comporterebbe notevoli problemi di contenimento della spinta (uso di sezioni murarie più larghe e di contrafforti), nonché problemi formali di raccordo all'interno della Cella stessa, per cui, data la necessità di adottare questa forma, come si chiarirà in seguito in questa sede (vedi l'analisi geometrica e Fig.13), si è ricorso ad un sistema di cupola a doppia calotta (una interna, concreta, e l'altra esterna, più leggera), come si evince dalla sezione dell'edificio.


Fig.09 - sezione con la gradonata di accesso (al tratto)


Questo accorgimento, molto usato dal Rinascimento ad oggi, permette di avere strutture leggere e grandi senza incorrere negli inconvenienti dianzi descritti, specialmente in strutture murarie. In cima alla cupola, un anello aperto forma l'unica apertura, oltre alla porta, presente nella Cella: essa è adornata da un motivo scultoreo ornamentale formante una specie di corona.

Il materiale usato nella costruzione è la pietra di Bajor nelle varie e multicolori forme rintracciabili nelle montagne del pianeta: variegati bianchi, rosa, ambrati, azzurri e verdi; mentre la cupola è rivestita di metallo dorato.


Fig.10 - planimetria con evidenziati i materiali delle pavimentazioni


L'analisi geometrica dell'edificio, in parte già accennata nei riferimenti ai multipli del modulo dei singoli elementi, ci permette di apprezzare l'armoniosa costruzione geometrica del disegno dell'edificio.


Fig.11 - schema della disposizione radiale del colonnato


Innanzitutto si nota come la cupola esterna policentrica, composta con tre cerchi, sia costruita sulla traccia di un cerchio (1) che racchiude tutto il perimetro dell'edificio sia in sezione che in pianta (per cui si nota la perfetta corrispondenza delle proporzioni dello schema di alzato con quello della pianta), inscrivendo il tutto in una sfera di diametro uguale a 30 moduli.


Fig.12 - schema costruttivo proporzionale ricavato dalla sezione del Tempio
Fig.13 - sovrapposizione schema costruttivo proporzionale con la pianta del Tempio


L'ovale (2) costituente per la metà superiore la figura della calotta esterna della cupola, si conchiude esattamente al livello dello stilobate.
La linea dello stilobate (3) forma con il diametro del cerchio (1) e l'asse di simmetria dell'edificio, il rettangolo ABCD che, riportato al di sopra del diametro, forma l'altro rettangolo ADEF: ribaltando con un arco di circonferenza (praticamente con il compasso) il lato FE centrando in F, sul lato BC, otteniamo il punto G proiezione del lato esterno della calotta interna della cupola sul piano dello stilobate, suddividendo inoltre il rettangolo FECB nei quadrati FHGB, IDCG ed HEDI: quest'ultimo, diviso a metà da un segmento divide il lato EC nella parte delle colonne ed in quella della trabeazione; inoltre individua la posizione in pianta delle colonne semplicemente ruotandolo sull'asse del cerchio (1). Si riscontra inoltre che il punto F è anche il centro della calotta interna e punto d'intersezione delle due circonferenze (4) costituenti con la (1) la costruzione della calotta esterna (2). Riportando infine il rettangolo ABCD sotto il piano dello stilobate, si ottiene l'inviluppo del podio, mentre prolungando la diagonale FG, notiamo che essa incontra la linea base del podio nel punto L, indicandoci così come il tutto (relativo alla metà simmetrica dell'intera sezione dell'edificio) sia inscritto nel quadrato FELM, ovvero, rapportando alle due metà simmetriche della sezione, in un solo rettangolo di base doppia rispetto l'altezza.


Fig.14 - rapporti modulari tra le parti del Tempio


Quanto descritto è il frutto di considerazioni, studi e graficizzazioni rese possibili dalla misurazione (previa restituzione prospettica dell'ordine dedotta nella foto del volumetto di Dillard) delle colonne e degli altri elementi leggibili che, legati insieme in base a semplici regole di proporzione, hanno così rivelato il costrutto geometrico. Questa interpretazione geometrica non ha un risvolto definibile "esoterico" nei significati che, come visto, spiegano solo come l'edificio costruito dagli architetti bajoriani (non per nulla la casta più importante) sia concepito nella logica delle proporzioni e nel senso della pura ricerca del bello assoluto.
Se un significato si vuole cercare occorre riferirsi all'idea della centralità insita nel tempio di forma circolare, e nella copertura a cupola, che negli intenti possono rivelare l'idea di rappresentare nelle forme della sfera e del cerchio, l'immagine simbolica dell'universo (al centro del quale sono praticati i riti misterici e la meditazione-preghiera); la perfetta geometria che sottende il disegno dell'edificio ne è poi la conferma "numerica".


Note:

-I disegni a corredo del presente studio sono stati realizzati interamente dall'autore dello stesso, senza poter disporre di altro ausilio grafico se non quello dei telefilm e del libretto del Dillard, in quanto è inesistente qualsiasi documentazione a riguardo.
-I disegni sono da intendersi quali ricostruzioni grafiche ottenute in parte dalla restituzione prospettica delle immagini del telefilm. Essi costituiscono così, al momento della loro divulgazione, una novità assoluta ed inedita.
-La mancanza di particolari ornamentali è dovuta alla loro non interpretabilità e alla necessità di mantenere il lavoro ad un livello di accettabilità delle informazioni canoniche.

Note Bibliografiche

- Bajoran Guide v.4.0
- La planimetria e la descrizione sono state dedotte dall'immagine prospettica raffigurante la collina del tempio a Capitol City/Bajor, da: J.M. Dillard, "Star Trek - Federation Passport", U.S.A. 1996.
- J. & G. Reeves - Stevens, "The Making of Star Trek - Deep Space Nine", U.S.A. 1994.
- Brah Mahntay, "Dispensa n°01 - L'architettura Bajoriana - Il Tempio dei Profeti nella Capitale di Bajor: il Recinto Sacro", Dip.Arch. del B.L.O./S.T.I.C., Italia 1997
- Telefilms: "In the hands of the Profets", "Emissary", "The Homecoming", "The Circle" ed altri.

Note Bibliografiche per i termini architettonici

- H. Pothorn, "Guida agli stili architettonici", collana Oscar Mondadori, 1989
- W. Koch, "Dizionario degli stili architettonici", collana Tasco Sugarco, 1991
- qualsiasi dizionario della lingua italiana



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- Brah Mahntay, Italy, 1997 -

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