Canto di prigionia bajoriano - di Francesco Benucci


"Mille anni di speranza
per una lacrima dei Profeti.
Mille e mille giorni di violenza
per le lacrime di un popolo.
Otto cristalli rubati ad un pianeta
ed uno per riflettere ciò che ne rimane.
Il pagh di un mondo viene meno
ed il Tempio Celeste è sempre più lontano..."
Verrà l'Emissario, ma io sarò morto
e non piangerano i Profeti su un Bajor risorto,
che ancora crede in Loro,
cantando a Jalanda
un triste e mesto coro
di vittime e parenti, di terre ormai morenti:
tributo ai vincitori
nostri nuovi signori.
Rettili, diversi,
crudeli, perversi!
Dov'è la mia vita?
Davvero è finita?
Non vedrò mai più alle stelle
le dorate caravelle.
Dei miei avi il gran fulgore
si dissolve nel dolore.
Ma soltanto un giuramento
può lenire il mio tormento
e far viva la realtà:
"Bajor nostro tornerà!"
Libertà.